Sentenze sul Danno Tanatologico

Cosa significa il danno tanatologico?

Il danno tanatologico consiste nella perdita del bene vita, autonomo e diverso dal bene salute. Il danno tanatologico va ricondotto nella dimensione del “danno morale”, riconosciuto a ristoro della sofferenza psichica provata dalla vittima di lesioni fisiche, alle quali sia seguita dopo breve tempo la morte. Tuttavia la vittima è rimasta lucida durante i momenti di agonia, in consapevole attesa del sopraggiungere della fine della propria vita. 

 

Il verificarsi di questa situazione, oltre al dolore, comporta anche la conseguente richiesta da parte dei familiari di giustizia. Il dilemma su cui si discute è il risarcimento per i superstiti della vittima.

 

Il diritto al risarcimento di tale danno risulta entrato a far parte del patrimonio della vittima al momento della morte. Perciò può essere conseguentemente fatto valere “iure hereditatis”. Si tratta dei danni patiti dal coniuge in vita, poi trasmessi agli eredi con la morte.

Risarcimento del danno tanatologico per consapevolezza

Riguardo la questione, la Suprema Corte si sofferma sulla consapevolezza del lavoratore all’evento, cioè la morte che sopraggiunge, che la vittima affronta purtroppo con lucida sofferenza.

 

Per questo motivo la Corte di Cassazione colloca il danno alla vittima dell’infortunio mortale nell’ambito del danno morale, quale “sofferenza della vittima che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita”. Questo quindi viene identificato come un danno soggettivo, un turbamento dello stato d'animo dovuto alla perdita di una persona cara o alla violazione dei propri diritti umani. Invece l’accaduto sembra non assumere rilevanza quale danno biologico, che consiste nella lesione dell'interesse, costituzionalmente garantito, all'integrità fisica della persona.

Cassazione Civile, sez.lav., 7 giugno 2010, n.13672

La Corte di Cassazione torna a discutere del tema del risarcimento del danno da morte (quasi) immediata del lavoratore, precisandone i contorni ed i requisiti.

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Riconoscimento del danno tanatologico agli eredi

La Corte di Cassazione, nella sentenza 1361/2014, per la prima volta, ha riconosciuto il diritto al risarcimento danno da morte della vittima trasmissibile iure hereditatis agli eredi. Della stessa opinione è sempre la Cassazione nella sentenza 5056/2014.

 

Qui si precisa che: “nel nostro ordinamento, risarcibile è non già la lesione in sé di un interesse giuridicamente tutelato (danno evento), quanto piuttosto solo il pregiudizio concretamente sofferto dalla vittima in conseguenza di detta lesione (danno conseguenza). Quello della perdita della vita costituirebbe danno risarcibile ex sé nella sua oggettività a favore della persona offesa“.

Cassazione, Sezione Lavoro, 35228/2022

Recentemente la Corte di Cassazione, nella sentenza 35228/ 2022, riconosce i diritti degli eredi di Aldo Converso, tecnico aeronautico nelle aziende Ati e Atitec, deceduto per un mesotelioma causato dall’esposizione ad asbesto. Con questo riconoscimento la Cassazione conferma come anche chi ha operato nel settore dell'Aeronautica possa essere stato esposto all'amianto e possa aver subito gravi danni alla salute.

 

Inoltre ribadisce come l'INAIL risarcisca solo una parte del danno, mentre la vittima e i loro familiari hanno diritto all'integrale ristoro dei danni: "in caso di morte si può parlare di danno biologico terminale o di danno morale terminale o danno catastrofale, trasmissibile iure hereditatis, non viene in rilievo la tutela garantita dall'INAIL".

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Cassazione, sentenza 35228/2022
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Parere on-line avvocato Ezio Bonanni

Sentenza sul danno Tanatologico

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