Assistenza pensioni ferrovieri esposti amianto

L'avv. Ezio Bonanni è specializzato nell'assistenza pensioni ferrovieri esposti amianto. Infatti, l'ente Ferrovie dello Stato fin dagli anni 50, ha utilizzato amianto nei locomotori e nei mezzi di trazione. Così le massicciate ferroviarie. Questa situazione ha determinato un elevato numero di casi di mesotelioma e di altre malattie asbesto correlate. 

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L'utilizzo dell'amianto nei rotabili ferroviari

Fino alla metà degli anni ’50, l’uso di amianto riguardava le locomotive a vapore, in particolare per:

  • le coibentazioni delle parti calde e della linea di riscaldamento a vapore;
  • per le guarnizioni di tenuta sulle flange di accoppiamento;
  • sotto forma di nastri e corde e cartoni per l’isolamento delle scaldiglie del riscaldamento elettrico.

Così,  dalla metà degli anni ’50, e fino alla metà degli anni 80, è stato utilizzato amianto spruzzato per la coibentazione dei nuovi rotabili. In particolare nei locomotori e negli altri mezzo di trazione. Inoltre, tutte le coibentazioni erano in amianto friabile. Le stesse carrozze erano in amianto. 

Quindi in più di 8000 carrozze ferroviarie e in migliaia di locomotori, era presente amianto fino a 10 T per ogni mezzo. L’uso di amianto è proseguito fino agli anni ’80, e comunque fino alla dismissione dei vecchi modelli di carrozze che la montavano. All’inizio degli anni ’80 furono introdotti i primi provvedimenti di prevenzione, e solo negli anni ’90 le carrozze coibentate con amianto friabile furono dismesse. Il programma di bonifica è stato proseguito. poi completato all’inizio degli anni 2000.

 

La presenza di amianto nell'impianto frenante

L’amianto non era presente solo nelle carrozze ferroviarie, ma anche nei sassi e nel pietrisco bianco tra un binario e l’altro, che si ricopriva dell’amianto rilasciato dai dischi e dai ferodi dei freni dei convogli. Nei freni l’amianto è ancora più pericoloso. Infatti, nei materiali di attrito, l’amianto è in forma dinamica. Quindi, quando i freni entrano in funzione, si polverizzano pulviscoli di amianto che, inalati, sono gravemente dannosi per la salute. Le polveri di amianto aerodisperse sono state respirate sia dai ferrovieri che dai viaggiatori in sosta sulla banchine delle stazioni.

 

 

Solo recentemente è iniziata l’opera di inertizzazione di questi materiali da parte di Rete Ferroviaria Italiana, e in alcune regioni, si procede a rilento a causa della presenza, ancora a tutt’oggi, di treni con dischi in amianto (amianto treni).

Amianto nei rotabili ferrovieri e altri lavoratori a rischio

Tra coloro che hanno subito una più elevata esposizione ad asbesto, oltre ai ferrovieri, tra i quali i macchinisti, anche altre categorie. Tanto è vero che, anche le ditti appaldatrici, come l'Ansaldo Breda, hanno provocato l'elevata esposizione ad amianto dei loro dipendenti. I dipendenti delle F.S. hanno quindi ottenuto il riconoscimento dell'origine professionale delle loro malattie, e il risarcimento del danno. La prima tutela è quella previdenziale. Quindi tutti coloro che hanno svolto le mansioni: 

  • i macchinisti di locomotive a vapore;
  • macchinisti di locomotive elettriche;
  • i costruttori di rotabili;
  • i manutentori di rotabili;
  • anche se in misura minore, il personale viaggiante.

Hanno diritto ai c.d. benefici contributivi, sulla base dell'art. 13 comma 8 Legge 257/92. In molti casi, per le ditte di costruzione e di scoibentazione sono stati emanati i c.d. atti di indirizzo ministeriali. Con questi atti di indirizzo è stato agevolato il riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto.  

Epidemia da amianto nelle Ferrovie

L'avv. Ezio Bonanni, anche in qualità di Presidente ONA, fin dai primi anni 2000, ha segnalato il rischio amianto nelle Ferrovie dello Stato. In particolare, per quanto riguarda i macchinisti e i lavoratori delle grandi officine riparazioni di Torino, Bologna e Firenze. Anche i dipendenti delle grandi officine di riparazioni di Foligno delle F.S., non sono stati risparmiati.

Infatti VI Rapporto Mesoteliomi, ha confermato la sussistenza di un’epidemia di mesoteliomi nel settore dei rotabili ferroviari. Tanto è vero che in questo VI Rapporto di Mesoteliomi, a pag. 76, tabella n. 26, i casi sono 505 fino al 2015, pari  al 3.4% di tutti i mesoteliomi.  Quindi, il dato epidemiologico diventa più grave se si tiene conto dell'indotto. Tanto è vero che, nel settore di coloro che sono occupati dell’Impianto produzione/riparazione rotabili ferroviari” si contano n. 14 casi di mesotelioma. Tra coloro che hanno lavorato nella “Linea/stazione ferroviaria”, i casi sono 31 e costituiscono un numero considerevole.

Nello stesso tempo, sono stati censiti circa 150 casi di mesotelioma tra coloro che hanno abitato, ovvero lavorato nei dintorni delle stazioni e nelle officine grandi riparazioni.

I casi di mesotelioma sono solo la punta dell'iceberg rispetto al ben più elevato numero di casi registrati per quanto riguarda il tumore del polmone, tumore della laringe, e delle altre patologie asbesto correlate

 

Ferrovieri e benefici contributivi esposizione ad amianto

I ferrovieri, in particolare i macchinisti, hanno diritto ai c.d benefici contributivi per esposizione ad amianto. Questa normativa di carattere generale è quella dell'art. 13 comma 8 Legge 257/92. Inizialmente, ci fu un grosso dibattito, poiché i ferrovieri non erano assicurati INAIL. Tanto che la Corte Costituzionale si è dovuta pronunciare con sentenza n. 127/2002, per affermare il principio che i benefici per esposizione ad amianto fossero dovuti pure ai ferrovieri. 

La questione fu poi risolta con l'art. 47 della Legge 326/2003. In seguito, ci fu tutto un dibattito in materia di amianto e diritti dei lavoratori, in particolare dei macchinisti (pensioni macchinisti FS). Molte sentenze hanno riconosciuto i diritti dei macchinisti ai benefici contributivi. Questa tematica è stata recentemente affrontata nella diciottesima puntata di ONA Tv: L'amianto corre sui binari.

Lavoratori settore produzione materiale rotabile ferroviario

L’art. 1, comma 277, Legge 208/2015 inerente le pensioni ferrovieri 2015, ha attribuito la maggiorazione coefficiente 1,5, anche ai lavoratori del settore della produzione di materiale rotabile ferroviario.

Per tutti quei lavoratori che hanno prestato la loro attività nel sito produttivo, senza essere dotati degli equipaggiamenti di protezione adeguati all’esposizione alle polveri di amianto, per l’intero periodo di durata delle operazioni di bonifica.

La domanda per il beneficio andava presentata entro il 1° marzo 2016. Nel 2018, la disposizione è stata riproposta con la legge 205/2017 con termine di presentazione delle domande al 2 marzo 2018.

Circolare INPS n. 46 per i ferroviari

La circolare Inps n. 46, pubblicata il 14 marzo 2018, detta una misura circoscritta ai lavoratori della produzione di materiale rotabile ferroviario esposti amianto privi di adeguate misure di sicurezza per la salute rispetto al rischio asbesto.

 

La circolare riconosce il beneficio pensionistico a partire dal 1° gennaio 2018, a condizione che alla domanda sia allegata la documentazione probante e soltanto dopo apposito accertamento eseguito dall’INAIL.

La nuova Legge per pensione ferrovieri amianto si applica ai lavoratori del settore ferroviario:

  • privi di equipaggiamenti di protezione asbesto;
  • assicurati Inail;
  • ancora in attività o privi di pensione.