Amianto sotto traccia: importato dallo Stato fino al 2011

Nel 1992 l'Italia ha messo al bando la lavorazione, l'importazione e la commercializzazione di amianto. A distanza di anni, però, è emerso che non tutti hanno rispettato questo divieto. 

Un documento del Governo indiano ha, infatti, indicato l'Italia come il primo importatore di amianto. Secondo dati ufficiali, l’Italia ha continuato a comprare e vendere eternit fino al 2011. Inoltre c’è ancora chi nel nostro Paese continua ad usare questo materiale altamente cancerogeno, nonostante sia stato bandito. 

 

Attualmente son ben 370.000 le strutture in cui è stata rilevata la presenza di amianto. 214.469 coperture in eternit sono state utilizzate in edifici privati, 50.744 in edifici pubblici e 20.296 in siti industriali. Inoltre il materiale è stato usato non solo per la costruzione di tetti ma anche per quella delle pareti, di soffitti, tetti, impianti elettrici e canne fumarie.

Oltre l’Italia e l’Unione Europea, altri 62 Stati in tutto il mondo hanno deciso di mettere al bando l’amianto, tra cui: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, Islanda, Kuwait, Norvegia, Seicelle, Uruguay. 

Nonostante la messa la bando, però, la produzione di eternit continua e supera i 2 milioni di tonnellate nel mondo.

 

Le gravi conseguenze della esposizione amianto

Le fibre di amianto, una volta inalate o ingerite, possono provocare l’infiammazione, fino all’insorgere di neoplasie. Coloro che hanno vissuto a contatto con le polveri e fibre di amianto a causa del proprio lavoro oppure per via di una contaminazione ambientale, hanno un'elevata probabilità di contrarre alcune patologie invalidanti come mesotelioma, tumore al polmone e altre neoplasie.

 

Per questo è importante prevenire le esposizioni ad asbesto e sottoporsi alla sorveglianza sanitaria che consiste in controlli periodici. Infatti la diagnosi precoce è essenziale per effettuare le terapie più adatte alla malattia asbesto correlata.

 

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